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Vado a fottermi il mondo : cambio di esistenza


di 4occhi
17.09.2015    |    14.816    |    29 9.6
"Non si accorse che si assopì, restando attaccata a lui sul letto..."
Cinquantaquattro anni, dopo trent’anni di matrimonio il marito l’aveva scaricata per una ragazza di venticinque e ci aveva pure fatto un bimbo. Il suo mondo era crollato e avendo i suoi due figli già grandi non poteva neppure piangersi troppo addosso.
Passato un anno aveva iniziato a riprendersi la sua vita buttandosi nel lavoro, era un’affermata commercialista e facendo sport che mai avrebbe pensato di fare, come andare in barca a vela, trekking in montagna.
Il lato mancante era quello sessuale ed affettivo, certo, a certi uomini bastava farla annusare e si sbizzarrivano in corteggiamenti davvero noiosi ma lei era restia a concedersi a qualcuno che avrebbe potuto rivelarsi solo un impiccio.
Voleva restare libera soprattutto ora che stava bene con se stessa.
La sua migliore amica un sabato pomeriggio le propose di andare insieme a lei la sera in un club privé , lei strabuzzò gli occhi!
“Ma sei matta!!? A fare cosa? Nemmeno per sogno! E tuo marito?” ,
“Oh lui verrà con noi ovviamente! Si diverte come un matto, il porco!” .
Non poteva crederci, i suoi migliori amici andavano a scopazzare nei locali!
Avuta la rassicurazione che se non avesse voluto non avrebbe fatto nulla con nessuno, decise di andare , spinta parecchio dalla curiosità.
Suo marito non la degnava più di uno sguardo già molto tempo prima che la lasciasse, quindi la mancanza di sesso e la speranza di un desiderio la stimolarono, quindi si mise in tiro. Non solo, si preparò come se dovesse andare ad un appuntamento romantico con un uomo: guepière nera di pizzo, calze velate nere e slip trasparentissimo, gonna a tubino con spacco sopra al ginocchio e camicia di seta rosa.
Ok , non era più longilinea, era formosa, ma messa bene nei punti giusti, insomma faceva la sua figura. Frida e Antonio passarono a prenderla e andarono insieme nel club più rinomato della città.
Ridevano come due ragazzini in macchina, mentre lei seria, pensava ad una rivincita non sul marito che non esisteva più ma sulla parte di se stessa che si era adagiata convinta che quel matrimonio fosse il massimo che poteva aspettarsi dalla vita.
Montava in lei una rabbia furiosa, una determinazione a cambiare, a ‘fottersi il mondo’ come avrebbe detto Manera nella febbre del sabato sera.
Una febbre che saliva via via che si avvicinavano al locale. Non era stata mai determinata così in vita sua…
Entrarono, i suoi amici ordinarono subito una bottiglia di champagne e occuparono un divanetto vicino alla pista da ballo dove delle ballerine professioniste si stavano esibendo con costumi da diavolesse su dei cubi, intorno parecchia gente ballava strusciandosi come cani in calore, al confronto i balli di dirty dancing sembravano un balletto classico.
Il volume era altissimo. Si doveva urlare per parlarsi, ma a lei non importava beveva con soddisfazione la bevanda alcolica. Come le scendeva nello stomaco, le saliva nella testa, rendendola leggera e felicemente frastornata.
Uno sguardo, due occhi neri profondi la guardavano, la studiavano .
Lei sostenne i suoi occhi a non farsi intimorire, anzi accattivante iniziò a sorridere al bel fusto che l’aveva adocchiata. Che meraviglia di uomo! Giovane, muscoloso e davvero bello…le piaceva, non aveva dubbi, era suo.
Si alzò e si diresse dall’uomo che sedeva vicino al bancone del bar, i suoi amici ballavano e non si accorsero di nulla. Si avvicinò e gli mise una mano sulla coscia, aveva le gambe aperte sullo sgabello alto che occupava e lei si mise in mezzo, rise per la sua sfacciataggine, bell’effetto che faceva lo champagne! E senza esitazioni di sorta lo baciò, gli succhiò le labbra poi si discostò a guardare la faccia stupita del giovane che invece la sorprese a sua volta sorridendo placido…che sorriso!
Fosforescente, si illuminava come un neon! Lei sorrise e ridiscese su quella bocca che prometteva meraviglie, sapeva di fresco e le labbra erano turgide come un frutto maturo pronto per essere colto e assaporato. In un attimo le loro lingue si incontrarono e si mossero ad esplorarsi, a giocare, a gustare.
Lui la abbracciò stretta a sé e la tenne per un tempo indefinito.
“Voglio stare con te” le disse staccandosi. Lei annuì e lui si alzò prendendola per mano e trascinandola via con sé. La testa le girava, si sentiva galleggiare come un palloncino sgonfio.
Lui la portò in un bagno strano, non era grande, non era il bagno del locale ma un piccolo anfratto con un water e un minuscolo lavandino. La avvinghiò, iniziò a baciarla ovunque, sul collo, sulle clavicole e intanto le apriva la camicia e infilava le mani nel reggiseno.
Rilassata, era fantastico sentirsi aggredire in quel modo, sentirsi desiderata e sentiva la sua passera suonare a festa e fare il tifo da sotto. Gli toccò il pacco, lo sfregò, poi abbassò la zip e dette libertà all’oggetto del suo desiderio.
Duro, solido e venoso, palpitava nelle sue mani. Si abbassò a prenderlo in bocca, da quanto non faceva un pompino a qualcuno! Che sballo!
Sentire il suo sapore, sentirlo gemere come un gatto in calore!
Lo succhiava più che poteva, lo voleva e tutto!!
La porta si aprì e apparve un altro giovanotto, belloccio anch’esso, parecchio aitante.
Lei fermò la sua attività il tempo per sorridergli e invitarlo ad associarsi facendo cadere lo sguardo sul rigonfiamento dei suoi jeans. Con una mano svelta e precisa aprì l’indumento e gli abbassò la zip, sfilò un pene barzotto ma non preparato a lei, che sedeva in ginocchio affamata di cazzi, duri e succosi.
Non si era mai sentita così viziosa e vogliosa come in quel momento. Se lo ficcò in bocca e come una delle puttane più consumate si apprestò a baciarli entrambi, passava dall’uno all’altro e succhiava avidamente mentre loro gli toccavano le tette e solleticavano i suoi capezzoli liberati dal reggiseno della guepière.
Uno dei due si liberò dalla sua bocca e la tirò su e le sfilò la gonna e gli slip, gli infilò le dita nella passera che trovò con sua grande soddisfazione bagnata fradicia, le mise una gamba sul water e l’altra la tirò sul suo fianco, avanzò col suo pene e la penetrò in un colpo e senza tante cerimonie iniziò a scoparla a dovere.
L’altro dietro non si fece attendere, si abbassò leggermente, incrociò un po’ le sue gambe con l’altro e prendendosi il pene lo inserì anch’esso nella sua figa.
Dovette spingere parecchio all’entrata ma era così bagnata che una volta inumidito entrò con facilità. Lei si aggrappò al ragazzo davanti e si rilassò a prendere tutti e due, si sentiva così piena e cercava di facilitare i movimenti dei due stalloni che si muovevano insieme a fotterla in maniera sublime.
I respiri si fondevano, i gemiti aumentavano con il ritmo. Stava godendo come una pazza, era scatenata e urlava “Si! Di più! Forza dateci dentro!”
L’orgasmo arrivò sconquassandola, restò sospesa sui loro cazzi, inerme.
Anche a loro mancava poco, infatti uscirono e facendola abbassare e menandoselo finirono per sborrarle in faccia.
Lei non si fece pregare e li succhiò pulendoli del loro seme.
Una botta alla porta e questa si spalancò. Apparve un omone enorme, vestito tutto elegante che squadrò tutti con occhi truci e fece sentire lei un’inetta: in ginocchio sporca di sborra, semi nuda in un piccolo cesso con due uomini più giovani di lei.
“Questo bagno privato è del personale!” I due si misero dietro di lei come a difendersi…da chi? Chi cavolo era questo ceffo che incuteva un timore reverenziale nei due giovani?
“Con me, tutti e tre, veloci!!!” Si tirarono su i calzoni e la presero per le braccia senza neanche tirarle su i vestiti e mezza nuda com’era la trascinarono in una stanza al piano superiore salendo per una scala buia.
Lui li fece accomodare in una stanza bellissima, rosse le pareti, luci soffuse e specchi ovunque e al centro un enorme letto matrimoniale. La staccò dai ragazzi e la tirò a sé, “Cosa cazzo ci fa una come te con due pischelli? ”
Lei lo guardò e vide un uomo non più giovanissimo, forte, incredibilmente virile e nei suoi occhi percepì una dolcezza che le aprì la vecchia ferita dell’abbandono…gli occhi le si riempirono di lacrime.
Lui non le lasciò il tempo di farle scendere sulle gote che già le leccava, baciò le sue palpebre, le sue tempie e scese alle labbra, tempestandole di piccoli baci, asciugando la sua disperazione.
Non riusciva più a pensare a niente che a quell’uomo, lo abbracciò e lo baciò di sua iniziativa.
Con una frenesia alimentare da squalo lui si avventò sulla sua bocca, la spinse al letto e con lei sotto, ci si buttò. La schiacciava con gentilezza, continuava a baciarla, la sua lingua era grande e la riempiva accarezzandola.
Mentre lo faceva si spogliava fino a rimanere nudo dalla cintola in su.
Massiccio, la sua pelle con pochi peli scorreva sotto le sue mani che avrebbero voluto prenderlo tutto, lo assaporò, lo annusò. Cribbio gli piaceva tutto di quell’essere, la eccitava da morire e lui la ricambiava sfiorandola e facendola rabbrividire. Le baciò il seno, si riempì le mani di lei facendola gemere come una ragazzina. Insieme slacciarono la cintura e sfilarono i pantaloni, si guardarono e complici come due amanti smaliziati ,si misero a ridere.
Dire che era dotato era un eufemismo, rimase impietrita davanti al suo uccello che enorme chiedeva soddisfazione. Lei lo prese e con le mani lo percorse tutto su e giù, vederlo ansimare dal piacere le diede un senso di potere immenso, gioioso.
Lui toccò la sua passera aprendola dolcemente, e inserì un dito a prendere più umori. Lei impazziva, non aveva mai desiderato nessuno così, nemmeno quella bestia del ex marito, aveva male dentro dal bisogno di averlo, di prenderlo.
“Ti voglio, subito, ora!!” e lui baciandola la penetrò, lei si irrigidì , era davvero grosso. Poi respirò e guardandolo con passione lo accolse tutto.
Avvinghiati, stretti si scopavano in silenzio, godendosi quella sensazione di unione. Poi lui si ricordò dei giovanotti, alzò leggermente il busto e :
” Voi! Qui a baciarle il seno, forza!” I due non credevano alle proprie orecchie e accorsero al letto dove si piegarono a leccare i suoi capezzoli, a succhiare mentre lui la scopava con colpi lenti e poderosi.
Si sentiva al centro dell’ attenzione ancora e stirò le braccia in alto sul letto a godersi il massaggio di quei tre uomini, il piacere saliva e non riusciva più a trattenersi.
Lui ci dava dentro, sudava e la sua faccia diceva che stava godendo anche lui parecchio. Si abbassò a baciarla e i due si spostarono mettendo il loro cazzo vicino alla bocca di lei che una volta libera prese a leccarli a turno.
“ Si brava, mi piace vederti così porca!”, lui aumentò il ritmo delle sue spinte, lei artigliò le sue braccia e godette in silenzio.
In un attimo con un grugnito, le venne dentro, riempendola del suo seme e si accasciò di fianco.
Gli altri si staccarono masturbandosi e venendo da soli, poi silenziosamente se ne andarono lasciandoli soli.
Non si accorse che si assopì, restando attaccata a lui sul letto.
Si svegliò disturbata dal russare dell’uomo, che le dormiva accanto.
Da una finestra entrava la luce dell’alba.
Era stranamente riposata, nessuna traccia dell’abuso di alcool della sera prima. Guardò il suo compagno di avventura e la sua faccia non la intimoriva, anzi faceva una tenerezza e simpatia incredibile. In quel momento lui aprì gli occhi e la sorprese a studiarlo. Le disse:
“Mi piaci…hai voglia di passare la giornata con me?” e con una mano le sfiorò la guancia passandole il pollice sulle labbra.
Lei pensò che lui scopava da Dio, non aveva nulla da perdere a provare, cosa sarebbe accaduto se non andava bene? Sarebbe tornata alla sua routine di sempre. Ma lui chi era, cosa faceva?
“Ma tu chi sei per avere una stanza qui al club?”, lui sorrise e :
“Io sono il proprietario” e la baciò. Lei sorrise, pensò: una commercialista e il proprietario di un club privé, sarà divertente vedere come andrà! E lo baciò.
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